Affittacamere con vista

Esporre il proprio lavoro a pagamento.

Qualche giorno fa ho rivisto in streaming “Camera con vista”, un film del 1985 diretto da James Ivory, tratto dall’omonimo romanzo di E. M. Forster. Nelle prime sequenze, le protagoniste della storia arrivano a Firenze, alla pensione Bertolini e scoprono che la stanza che avevano prenotato non risponde a quanto promesso. La finestra non ha la vista sull’Arno, ma volge le spalle al fiume. Questa delusione di fronte alle aspettative, mi ha fatto pensare alla voglia di molti fotografi di mettere in mostra le loro opere e di come questo desiderio, assolutamente legittimo, venga spesso sfruttato da individui che traggono vantaggio economico proprio da questa aspirazione.

mostra fotografica

Esporre in una mostra personale o collettiva il proprio lavoro creativo, rappresenta per molti, insieme alla realizzazione di un libro, il naturale coronamento della propria ricerca. Trovare, però, una galleria seria che creda nel progetto, tanto da investire tempo e denaro, può rivelarsi un’impresa molto difficile, se non impossibile.
Se si ha un minimo di visibilità sulla rete non tarderanno, però, ad arrivare le prime email che comunicano, a volte con toni entusiastici, la bontà di foto, dipinti, sculture o qualsiasi cosa si sia creato. In genere al primo approccio non viene fatta menzione di costi a carico dell’autore, questi vengono illustrati in un secondo momento sotto forma di partecipazione alle spese che la galleria dovrà sostenere.
Sotto questa voce compariranno: spazio espositivo, segreteria, post sui social, inviti, allestimento e disallestimento della mostra, qualche bottiglia di vino al vernissage e più raramente catalogo cartaceo.
Il costo per questi servizi potrà variare da qualche centinaio di euro a qualche migliaio, a seconda della location e della formula scelta. Naturalmente il prezzo sarà scontatissimo, vista la bontà delle opere.


A questo punto, il povero fotografo si troverà a decidere se andare avanti e pagare la “tassa” oppure declinare l’invito e salutare cordialmente. Ma vediamo il primo caso. Senza generalizzare troppo, dopo aver saldato il dovuto si arriverà al giorno tanto atteso della mostra. Parenti ed amici accorreranno al vernissage, riempiranno l’artista di pacche sulle spalle e complimenti per le straordinarie creazioni. Durante la serata ci sarà anche qualche volto sconosciuto e si sussulterà pensando si tratti di un curatore o critico affermato venuto a scoprire il nuovo talento artisitco. Più prosaicamente si tratterà di qualcuno venuto a scroccare un aperitivo prima dell’inizio del teatro o del cinema dove, trascorsi pochi minuti nelle sale della mostra, si recherà a stomaco un po’ meno vuoto. Naturalmente durante la serata verranno scattati un gran numero di selfie con l’autore, subito caricati sui social per prolungare di qualche giorno l’ebrezza da artista finalmente arrivato nell’olimpo dell’arte contemporanea.

sala di una galleria fotografica


Tutto questo, per arrivare a dire che “affittare” una pseudo galleria per rivedere gli amici non necessariamente è una cosa negativa. È solo una questione di aspettative. Queste mostre, nella stragrande maggioranza dei casi non portano a nulla, servono solo per rivedersi con conoscenti e parenti. Lo stesso si otterrebbe andando una sera a cena. L’unica differenza è che magari non si sarebbe tutto il tempo al centro dell’attenzione.
I galleristi veri non chiedono soldi agli artisti per esporre, se credono nel loro lavoro organizzano tutto a loro spese e trattengono una percentuale sulle opere vendute. Dimenticavo: nelle mostre di cui ho parlato prima non si vende mai nulla. Gli affittacamere dell’arte non rischiano nulla. Incassano per il solo fatto di aver locato le loro quattro mura.


Ma se invece si decidesse di ignorare queste “sirene”, di non esporre a pagamento le proprie opere, cosa si potrebbe fare per divulgare il proprio lavoro e farsi conoscere come autori? Per prima cosa direi che si potrebbero dirottare le proprie risorse economiche nell’ideazione e realizzazione di un progetto fotografico veramente di alto livello. Non parlo di investire in attrezzature fotografiche, ma di un budget destinato a sostenere la produzione fotografica per lungo tempo. I grandi progetti richiedono anche anni per poter venire alla luce in forma compiuta e presentabile. Insomma, un investimento su se stessi che comprenda oltre alla parte realizzativa anche quella divulgativa, fatta di partecipazione a festival e presentazione del progetto finale agli addetti ai lavori. Forse alla fine anche in questo modo non si entrerà nell’olimpo degli artisti contemporanei, ma sicuramente si sarà realizzato qualcosa di interessante e sicuramente più costruttivo.

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