certificato tiratura limitata

La tiratura limitata nella fotografia contemporanea

La tiratura è uno degli elementi per determinare il valore di un’opera fotografica.

Altri fattori sono la dimensione dell’opera, l’autore, il procedimento di stampa, la firma, la data di esecuzione. Tutti indicatori che il mercato della fotografia considera come fondamentali per stabilire il prezzo.

Ovviamente il prestigio dell’autore è basilare. Se l’autore è già affermato la sua opera acquista un valore aggiunto. Può anche accadere che il nome diventi più importante dell’opera stessa, una sorta di garanzia per l’acquirente. L’acquisizione di opere da parte di musei e collezioni pubbliche, le mostre personali e collettive, la pubblicazioni di libri e le citazioni in saggi storici e critici e in riviste d’arte e i passaggi in asta, sono condizioni che contribuiscono ad accrescere il prestigio di un autore.

Con l’ingresso definitivo nel mercato dell’arte, tradizionalmente caratterizzato dall’unicità dell’opera, la fotografia ha dovuto in qualche modo uniformarsi alle regole del collezionismo classico nato nelle gallerie di arte moderna.

La tiratura indica il numero di stampe che sono state realizzate con lo stesso procedimento e con le stesse dimensioni. In genere le edizioni variano da tre fino a venti o più esemplari. Quanto più una tiratura è limitata, tanto più il prezzo di una fotografia all’interno di quella edizione aumenta. Il prezzo delle opere disponibili di una tiratura aumenta in proporzione a quelle vendute. Accanto alle opere facenti parte di una tiratura possono esservi una o più “prove d’artista”, che in teoria non dovrebbero avere destinazione commerciale, ma essere utilizzate per fini espositivi.

Oggi la tiratura limitata è un passaggio obbligato per il fotografo che vuole proporre la sua ricerca sul mercato dell’arte contemporanea. La galleria e il fotografo rappresentato concordano la politica di vendita legata alle edizioni e garantiscono, anche con un certificato di autenticità, il numero delle opere e i formati disponibili.

Il caso Eggleston

Un sistema quello della tiratura limitata, non esente da rischi e che ha dato origine ad alcune controversie anche di carattere legale. Alcuni anni fa un giudice distrettuale di New York ha respinto una causa intentata da un collezionista d’arte contro William Eggleston.

il caso Egglestone - Sobel

Il fotografo era accusato di aver infranto la legge con l’emissione di una nuova edizione di alcune immagini vintage già vendute in precedenza. La sentenza pronunciata dal giudice sostiene che i fotografi possono produrre più edizioni della stessa opera, purché, al momento della nuova emissione, rendano noto quanti multipli della stessa immagine sono già stati prodotti. Jonathan Sobel, aveva acquistato più di 190 stampe dye-transfer vintage realizzate da Eggleston. L’artista ha in seguito creato nuove grandi stampe digitali di alcune di queste, vendendole in un’asta da Christie, per 5,9 milioni dollari. Il collezionista ha accusato Eggleston di aver così svalutato le sue dye-transfer con la vendita di nuove stampe delle opere in suo possesso.

In linea generale il meccanismo della tiratura limitata dovrebbe garantire l’acquirente e stabilire la rarità numerica di quanto acquistato. Mantenere questo vincolo e farlo rispettare è basilare per galleristi e fotografi, che vogliono entrare a far parte stabilmente del mercato dell’arte contemporanea. Un mercato spesso creato per generare valore per collezionisti e fondazioni bancarie. Le banche sempre più spesso investono, una piccola parte dei loro capitali. in opere d’arte destinate a rivalutarsi nel tempo. Se venisse a mancare la fiducia tra compratore e venditore, venendo meno il vincolo rappresentato dalla tiratura limitata, non sarebbe possibile per la fotografia competere sul mercato, ad armi pari, con altre forme d’arte, in parte esenti, dal problema della riproducibilità.

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