“Franco Fontana. Retrospective” è la mostra antologica del fotografo che più di ogni altro ha fatto del colore, delle geometrie e dell’astrazione la sua cifra stilistica. Fino al 31 agosto 2025, al Museo dell’Ara Pacis di Roma, sarà possibile ammirare oltre 200 opere dell’artista modenese.
L’esposizione, curata da Jean-Luc Monterosso, ripercorre l’intera produzione di Fontana, dai primi approcci amatoriali alla fotografia, alla folgorante carriera che lo ha reso uno dei fotografi italiani più riconoscibili e apprezzati all’estero. Tutto è stato già detto del Maestro del colore.
Mi limiterò quindi a riportare alcune delle sue frasi a proposito del suo modo di fare fotografia. Dichiarazioni rese nel corso di interviste e che testimoniano, in modo diretto, il suo “essere” osservatore del mondo.
Il colore
“Il colore per me rappresenta la vita, il pensiero, il cuore, la gioia. Non è un fatto arbitrario, il bianco e nero è arbitrario come fatto creativo. Noi siamo abituati a vedere a colori. Il bianco nero parte già avvantaggiato, interpreta. La mia prima testimonianza è stata a colori. Quarant’anni di colore. Ma quarant’anni fa c’era il rigoroso bianco e nero. Io ho scelto la fotografia a colori, e il colore va interpretato. Il bianco e nero parte già interpretato. Il colore, dato che lo si vede, va reinterpretato. È molto più difficile fare il colore che il bianco e nero. Non si cerca mai la realtà per quella che è, ma si cerca di reinventarla in un modo più ideale. I colori esistono, io li interpreto.”
https://www.nikonschool.it/sguardi/93/franco-fontana.php
“Il colore è la vita. Quando sono partito ho fatto anche il bianco e nero, ma per vedere, per collaudare. Diceva Paul Klee che il colore è il luogo dove l’universo e la mente si incontrano. Come sostanza, la forma è la chiave dell’esistenza. Io la esprimo in fotografia, testimoniandola nello spazio e in colorazione con le cose nello spazio.”
https://www.layoutmagazine.it/intervista-franco-fontana
L’astrazione
“La forma fa emergere il senso. Astrazione fotografica come estrazione di forme dalla realtà.Tu hai una forma e devi interpretare questa forma, esprimere un significato. Conosci l’essenza delle cose, non puoi mica pensare che un albero sia solo un albero, una nuvola solo una nuvola, una montagna solo una montagna. Vuol dire che vedi così in maniera epidermica, vuol dire che la conoscenza si limita alla superficie senza conoscenza, senza capire nella loro esistenza cosa sono le cose. Limitando il contenuto, la loro umanità e la loro identità. Così il paesaggio diventa un archetipo di ciò che significa. Non è una cartolina che vaga nel buio e nel vuoto infinito. Il paesaggio è l’autoritratto che si fa attraverso di me. Per parlare dell’albero bisogna diventare l’albero.”
https://www.nikonschool.it/sguardi/93/franco-fontana.php
La geometria
“Non definirei il mio percorso artistico: determinato dalla geometria. Io cerco di significare la forma in chiave artistica e significativa perciò nulla a che vedere con la geometria e la grafica ma con l’esistenza. Ed il colore non ha un significato di creazione arbitraria ma un movimento che significa vita ed è per questo fondamentale.”
https://ilmanifesto.it/franco-fontana-il-mistero-del-colore
“Nelle mie fotografie c’è sempre il significato della forma, che non è il formale. La forma identifica la vita, è la chiave dell’esistenza e io cerco di esprimerla in fotografia testimoniandola nello spazio, in correlazione con le cose coinvolte in esso. Nelle mie fotografie la geometria è un pretesto. C’è una sorta di sezione aurea nelle mie immagini, dove ogni linea e colore devono tenersi, e ogni elemento è necessario.”
https://www.labalenabianca.com/2018/09/05/nel-colore-la-mia-identita-intervista-franco-fontana/
La fotografia
“La fotografia è il fotografo, è ciò che si fa di essa. Non fotografiamo quello che vediamo, ma quello che siamo. Quando realizzo uno scatto è una parte di me stesso che catturo, andando a cogliere un mio pensiero, una mia codificazione interna. La creatività si avvale poi dell’aiuto del colore. La fotografia non è sinonimo di creazione arbitraria, ma di un movimento che genera la vita, perché la vita è a colori. Non è sofferenza, ma ha una valenza positiva. Come diceva Paul Klee “Il colore è il luogo dove l’universo e la mente si incontrano”. La forma è la chiave dell’esistenza; tutto si identifica attraverso la forma, che è identità, presenza, l’identità di quello che si fotografa. Nel corso della mia carriera non mi sono concentrato solo sul paesaggio perché la fotografia per me è a 360 gradi. Tutto è un pretesto, tutto è fotografia. La mia fotografia non è una fotografia che rappresenta, che illustra. Il peperone di Weston non è un peperone, è una forma poetica, rappresenta tutto, diventa come la musica e la poesia che rappresentano l’essenza. Le forme sono a disposizione di tutti, senza identificare niente. È questa la validità della creatività: rappresentare l’esistenza, non come uno specchio che riproduce, ma donando significato alle cose. Quando si fotografa un albero, l’albero non sa neanche di essere al mondo, esiste perché lo fotografo io. Per significare l’albero devi diventare come l’albero, devi diventare quello che fotografi, immedesimarti e non solo rappresentarlo o fare dell’illustrazione. Non si può conoscere l’essenza di quello che si vede solamente. Una nuvola non è solo una nuvola, il mare non è solo il mare; se fosse solo così vorrebbe dire che la conoscenza si limita alla superficie senza coscienza, senza capire l’esistenza.”
https://ilfotografo.it/il-fotografo/il-maestro-del-paesaggio-franco-fontana
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