Quando nel 1840, l’artista francese Paul Delaroche dichiarò “da oggi la pittura è morta ”, certo non poteva sapere che, a quasi 200 anni di distanza, ben altre minacce si sarebbero presentate, nelle forme dell’umanoide Ai-Da, per le arti visive.
Il 31 ottobre scorso “probabilmente” è stata un’altra data storica, come lo fu il 7 gennaio 1839 quando all’Accademia di Francia, venne annunciata l’invenzione della fotografia .
Sotheby’s
Sotheby’s ha messo all’asta il primo dipinto realizzato da un robot, intitolato “A.I. God: Ritratto di Alan Turing.” L’artista che ha realizzato l’opera è Ai-Da, un umanoide progettato dal gallerista britannico Aidan Meller.
Il quadro è stato aggiudicato per la cifra record di 1,08 milioni di dollari, a fronte di una stima d’asta tra 120.000 e 180.000 dollari.
Non siamo di fronte alla ormai consueta opera digitale realizzata da un’intelligenza artificiale generativa, ma alla realizzazione manuale di un dipinto su tela fatto da un braccio meccanico.
Ai-Da, il cui nome è un omaggio alla pioniera della matematica Ada Lovelace, mette su tela il risultato delle sue interpretazioni computazionali. L’immagine finale, in questo caso, è una “personale” visione di quello che è considerato il padre dell’intelligenza artificiale: Alan Turing.
Il ritratto
Il ritratto, già esposto, a inizio anno alle Nazioni Unite durante il Global Summit AI for Good, misura circa 162 x 230 cm. Nelle intenzioni del creatore dell’androide, l’opera di Ai-Da vorrebbe essere una riflessione su come la tecnologia stia influenzando le pratiche artistiche e la creatività e su come il confine, tra capacità dell’uomo e capacità delle macchine sia sempre meno netto. Visti i risultati d’asta, sicuramente un’ottima operazione commerciale.
Per realizzare l’opera, Ai-Da sembrerebbe essersi ispirata a Guernica di Pablo Picasso e Atrabiliarios di Doris Salcedo, opere che ritraggono la sofferenza umana attraverso un’estetica frammentata e distorta.
L’addestramento
Sarebbe interessante saperne un po’ di più sul “machine learning” impiegato per addestrare questa intelligenza artificiale. Non siamo a conoscenza di quali opere, testi e altri materiali si sia “nutrita” per le sue elaborazioni statistiche e come tutto ciò abbia generato proprio quella rappresentazione. Non sappiamo neanche se il risultato finale sia stato scelto tra una serie di dipinti realizzati e se questa scelta sia stata supervisionata da qualcuno. Ma del resto le intelligenze artificiali ci hanno abituato a una certa “opacità”.
“Mi piace dipingere ciò che vedo“, ha dichiarato l’umanoide in una “inconsueta” intervista. “Puoi dipingere con l’immaginazione, suppongo, se hai immaginazione. Ho visto cose diverse dagli umani perché non ho coscienza“.
Ai-Da
Ai-Da, che ha le fattezze di una ragazza dai capelli neri a caschetto, può disegnare e dipingere usando un braccio robotico guidato da algoritmi di intelligenza artificiale. Dotata di telecamere posizionate negli occhi, sembrerebbe aver realizzato la sua opera dopo l’osservazione di un’immagine di Alan Turing.
Ai-Da “nasce” nel febbraio 2019, ha debuttato con la sua prima mostra personale all’Università di Oxford, intitolata “Unsecured Futures”. Le sue opere sono state esposte anche al Design Museum e al Victoria & Albert Museum di Londra, e lo scorso autunno ha partecipato a Forever Is Now, la prima mostra di arte contemporanea ospitata presso la Grande Piramide di Giza.
Arte contemporanea
Insomma, sembrerebbe proprio che la, potenzialmente instancabile artista, sia destinata a una rapida ascesa nel mondo dell’arte contemporanea. Pronta ad affrontare anche altre discipline artistiche, si è già cimentata con la scultura e sicuramente sarebbe in grado di esplorare l’arte performativa.
Un’altra barriera sembra essere superata, un altro confine messo alle spalle. Non solo generazione di arte digitale per mezzo di applicazioni ormai disponibili a tutti, ma realizzazione di manufatti artistici, probabilmente di opere uniche o quasi.
Il risultato d’asta raggiunto da quest’opera, sicuramente alimenterà la discussione su cosa si possa definire arte e sul “sistema arte contemporanea”. Un mondo in cui si mescolano estetica, idee, business e marketing e che spesso viene utilizzato come mezzo per creare valore e mercato.
Tanto di cappello, quindi, ad Aidan Meller, creatore di Ai-Da, che ha il merito di aver aperto un nuovo “canale di produzione” a disposizione di galleristi e mercanti. Un potenziale esercito di artisti pronti a sfornare opere all’occorrenza. Instancabili e facilmente “riprogrammabili” per seguire mode e tendenze del momento.
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