ChatGPT e fotografia: L’AI può davvero capire un’Immagine?
ChatGPT e’ ormai diventato una sorta di oracolo a cui chiedere qualsiasi cosa. Ma possiamo utilizzare l’applicazione di OpenAI per analizzare il lavoro di un fotografo?
Ho chiesto a ChatGPT di calarsi nelle le vesti di un critico fotografico e fare una accurata analisi di tre foto del fotografo, dell’Agenzia Magnum, Trent Parke tratte dal suo lavoro “Dream Life”. Vediamo come se l’è cavata in questo insolito compito.
Il testo che segue e’ stato realizzato da ChatGPT
Trent Parke è un fotografo che trasforma il quotidiano in una narrazione visiva carica di tensione, emozione e mistero. La serie Dream Life si colloca all’interno della fotografia documentaria, ma con una forte impronta autoriale, che la rende più simile a un diario interiore della città piuttosto che a una semplice cronaca urbana.
Nelle tre immagini presentate, emergono alcuni elementi distintivi del suo stile: l’uso magistrale del bianco e nero, i forti contrasti, l’impiego di silhouette e ombre drammatiche, e una composizione che spesso suggerisce un senso di isolamento e spaesamento. La città di Sidney, nelle sue immagini, perde la sua identità solare e diventa un luogo introspettivo, quasi metafisico.
L’uomo di spalle sotto la pioggia
Questa fotografia è costruita con una prospettiva soggettiva, mettendo l’osservatore nei panni del protagonista che osserva la scena davanti a sé. L’intensa pioggia trasforma l’ambiente in un palcoscenico astratto, dove le gocce sembrano cristalli luminosi in sospensione. Le figure in lontananza, con gli ombrelli, appaiono quasi evanescenti, come fantasmi urbani.

La composizione è forte e ben bilanciata: la spalla dell’uomo in primo piano crea una diagonale che guida l’occhio verso l’orizzonte della strada. L’uso del bianco e nero esalta il dramma della scena, mentre la luce riflessa sull’asfalto bagnato aggiunge profondità e movimento. Il tema centrale sembra essere la solitudine urbana e la percezione della città come uno spazio a tratti inospitale.
Figure sparse nel paesaggio
Questa è probabilmente la più onirica delle tre. Le figure sparse in campo lungo, immerse in un paesaggio aperto con la skyline della città sullo sfondo, creano una sensazione di straniamento e mistero. Non si capisce se i soggetti siano connessi tra loro o se stiano semplicemente condividendo uno spazio senza interazione.

L’atmosfera è sospesa tra sogno e realtà, complice il cielo drammaticamente nuvoloso e l’uso delle silhouette, che spersonalizza le figure rendendole quasi archetipiche. Potrebbe essere un’allegoria dell’alienazione metropolitana o un momento di transizione tra il caos della città e una dimensione più contemplativa.
L’ombrello e l’Opera House
Questa fotografia gioca sull’accostamento di elementi visivi contrastanti: il soggetto in primo piano con l’ombrello scuro e le linee tese delle corde, che si oppongono alla morbidezza delle vele dell’Opera House. L’effetto è straniante, quasi surreale.

L’immagine trasmette un forte senso di isolamento e di chiusura, come se il soggetto fosse in qualche modo separato dalla città iconica alle sue spalle. L’uso di una grana evidente e delle ombre profonde accentua il senso di mistero e malinconia.
Conclusione: Il Senso di Dream/Life
Trent Parke, in queste immagini, racconta una città che non è quella stereotipata della Sydney luminosa e solare, ma una metropoli densa di inquietudine, spaesamento e frammentazione. Il suo uso del bianco e nero e dei contrasti estremi non è solo un espediente stilistico, ma una scelta narrativa che amplifica la tensione e la poeticità delle sue immagini.
C’è un filo conduttore che lega le tre fotografie: il senso di isolamento dell’individuo nella grande città, la trasformazione degli spazi urbani in ambienti carichi di simbolismo, e una percezione quasi onirica della realtà. Parke fotografa una Sydney interiore, un luogo della mente più che un luogo fisico.
Questa serie dimostra come la fotografia di strada possa trascendere la mera documentazione e diventare una forma di espressione personale e artistica, in cui la città diventa specchio delle emozioni e delle percezioni dell’autore.
ChatGPT e Fotografia: L’AI Può Davvero Capire un’Immagine?
Che dire? L’analisi fatta da Chatgpt sembra coerente con le immagini e anche le conclusioni sono sensate. Ovviamente manca il punto di vista personale di un vero esperto di fotografia. Quel punto di vista che risente della inevitabile soggettività insita nel giudizio umano, nelle esperienze e nel modo di interpretare le cose, dettato dal proprio vissuto.
Chatgpt e tutti gli altri LLM (Large Language Model) non hanno una propria opinione. La loro esperienza e quindi, “fonte di sapere”, è rappresentata da tutti i testi su cui sono stati addestrati. Il giudizio, nel nostro caso l’analisi delle fotografie, trae origine da statistiche e algoritmi estremamente sofisticati.
Una media di tutto ciò che è già stato detto che genera un risultato di livello medio. Ma non sono di livello medio anche molte delle recensioni fatte da critici autorevoli?

Lascia un commento